martedì 4 aprile 2017

La fatica della fede

"La fede non è un dono facile da accettare. Spesso pone sulla strada dubbi, sfide,
domande che sembrano irrisolvibili. (...)

Nessuno si salva senza mettersi dietro Gesù, nessuno può seguire Gesù senza accettare la proposta di affidarsi totalmente alla
sua Parola come unica ancora di salvezza per l’uomo."

lunedì 27 marzo 2017

Lettura del Vangelo secondo Matteo 7, 1-5

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere
giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura
con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio
del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo
fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la
trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la
pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Commento

È tutta una questione di sguardi.
Lo sguardo dell’uomo desideroso di togliere la pagliuzza dall’occhio di un fratello mentre il
suo occhio è accecato da una trave. Uno sguardo che emette una sentenza,
arrogandosi il diritto di condannare ed assolvere. Uno sguardo accecato dai difetti, dai
limiti, dai peccati. Uno sguardo poco umile per riconoscerli. Uno sguardo che sposta la
scena sulla pagliuzza altrui, fissando ciò che lo infastidisce così da ignorare o nascondere
l’ingombrante trave presente nel suo occhio. Uno sguardo poco coraggioso e fin troppo
egoista per ammettere che la trave nell’occhio non permette di guardare con uno
sguardo d’amore.
Ma lo sguardo di Gesù è diverso. È uno sguardo che non giudica. Uno sguardo che
guarda i fiori negli occhi altri e non la pagliuzza. Uno sguardo che apprezza il bello. Uno
sguardo che fa trasparire l’importanza dell’incontro. È uno sguardo che ama.
E forse è questo il primo passo per uno sguardo pulito, non accecato da alcuna trave:
guardare al bello, al bicchiere mezzo pieno, provando ad amarlo.

lunedì 27 febbraio 2017

LE RELAZIONI - incontro di mercoledì 22 febbraio

PARLANDO DI  RELAZIONI…
Incontro con Chiara e Manu(relazione in una coppia di sposi), Giulia(relazioni di amicizia) e Alessandro, seminarista del PIME(relazione con Dio).

COSA C’ENTRA LA FEDE NELLE RELAZIONI?

Alessandro
Nella mia vita distinguo chiaramente due periodi, prima e dopo il seminario. Ma per quanto riguarda la fede noi non possiamo valutare chi ha più o meno fede, solo Dio lo sa!Quindi non è detto che un seminarista o un prete ne abbia più di un laico.
Avere fede non è legato al fare, ma all’essere, al farsi cambiare da Dio. Quindi presuppone l’accettazione del mio essere fragile, dell’aver bisogno di qualcosa, di qualcuno per completarmi. Noi abbiamo un tesoro che però è conservato in vasi d’argilla che devo dare in mano a qualcuno affinché non si rompano.
Tutti siamo alla ricerca di sentici amati.
Giulia
Avere degli amici con cui fare un cammino di fede permette di instaurare relazioni vere che crescono grazie alla fede.
Ho sempre sperimentato la Provvidenza: mi fido di Te perché provvedi a me in tutto e per tutto. Cerco sempre di riconoscere lo “zampino di Dio” in ciò che vivo: senza la prospettiva della fede alcune situazioni non riuscirei a leggerle.
Fedeltà: ti sono fedele anche se mi tradisci, anche se ci perdiamo
Fiducia: nel fatto che l’altro può dare il massimo nella relazione, anche quando non riesce in uno specifico momento
Chiara e Manu
La fede ci ha permesso di riconoscerci: ognuno aveva le sue amicizie, ma nei momenti di fede ci riconoscevamo e quando abbiamo deciso di fidanzarci abbiamo avuto la percezione chiara che qualcosa di  nuovo e di diverso stava iniziando! Eravamo e siamo in tre: con noi cammina Gesù che ci guida nelle decisioni più semplici e in quelle più impegnative. Ed è Gesù che ci permette di riconoscerci dono l’uno per l’altra, anche se siamo molto diversi, è Lui che ci permette di incontrarci. Senza l’altro non riusciremmo ad essere pieni fino in fondo. La fede ci permette di rileggere la nostra storia, ti rimette al centro, permette di gioire davvero. La fede e la fiducia sono dentro ogni relazione!
Don Andrea: La fede non è un dettaglio, una parte di una relazione, ma è il tutto, dà luce a tutta l’esperienza relazionale.

  
IL DIALOGO NELLA RELAZIONE
Giulia
Il dialogo è fondamentale: esiste solo quando guardo negli occhi, quando posso muovere le mani, quando allungo o accorcio le distanze sociali. Nel dialogo ascolto e parlo di me, anche se a volte ci vogliono anni per dire delle cose di sé.
Gli amici sono coloro che restano accanto all’altro anche quando sanno che l’amico sta sbagliando.
Il dialogo permette il perdono che è ciò che libera l’anima.
Chiara e Manu
Nel  matrimonio si sperimenta la bellezza del dialogo, ma è un ‘arte che si impara passo-passo perché non è semplice dirsi tutto, farlo nei modi giusti…nel dialogo, infatti, ci si può anche ferire. In ogni caso è proprio il dialogo che permette di risolvere le questioni.
Stiamo facendo un’esperienza in un gruppo di spiritualità familiare che ci ha insegnato il “dovere di sedersi”: cioè di sederci, fisicamente, una volta al mese, spegnendo tutto, e guardandoci negli occhi, parlare di noi secondo queste regole:
·         Imparare ad ascoltare
·         Frenare il desiderio di intervenire
·         Dialogare senza rimproverarsi
·         Essere sinceri
·         Riconoscere l’altro come interlocutore valido
·         Essere disponibili al cambiamento
In questo dialogo ci costruiamo, in questo dialogo ti metti a nudo: ciò spaventa, non è scontato, ma è fondamentale perché dalle cose che ci si dice nasce qualcosa di nuovo. Anche quando ci si ferisce poi nella dimensione della fiducia si cresce.
Per una coppia il dialogo è fondamentale anche con persone esterne alla coppia che sappiano dare una dritta.
Alessandro 
Le relazioni sono la cartina tornasole delle scelte.
Il dialogo nelle relazioni permette la libertà che riveste un ruolo fondamentale.
Nella relazione col padre spirituale il dialogo è essenziale: non è una relazione di amicizia, è di paternità e figliolanza, è di intimità.
Io vivo in una comunità di 42 persone provenienti da 13 Paesi diversi, ma il tessuto umano è lo stesso per tutti e lo sforzo del dialogo è quello di lasciarsi toccare.
Don Andrea: la parola dialogo etimologicamente riporta allo scavare, per seminare, per porre le fondamenta. Il dialogo non può rimanere in superficie.


LA CASTITA’ NELLA RELAZIONE

Chiara e Manu
“Non c’è nulla di più arduo che amarsi. E’ un lavoro, un lavoro a giornata”
Castità significa avere un rapporto nel quale non c’è uso reciproco l’uno dell’altra, ma c’è una vera relazione d’amore nella quale l’altro non è un oggetto per il mio piacere personale, ma è un dono per scoprire qualcosa di più grande.
Questo implica uno scavarsi dentro, un amore disinteressato che rispetta i tempi dell’altro nell’intimità nella consapevolezza che quel gesto è unico e non va sprecato…è fin troppo facile bruciare alcune tappe!
Da fidanzati pensavamo che l’amore casto fosse arrivare al matrimonio prima di avere un rapporto, invece abbiamo scoperto che vuol dire rispetto, amore, riconoscenza, avere un dialogo anche sulla nostra intimità con un trasparenza disarmante. Noi però non abbiamo vergogna l’uno dell’altra, non abbiamo vergogna di avere tempi diversi ed esigenze diverse.
Alessandro
Le pulsioni sono comuni a tutti, anche ai preti e ai seminaristi! E’ un cammino accompagnato dalla consapevolezza di essere fragili e di non bastare a se stessi.
Le relazioni devono in fatti essere libere, senza il controllo dell’altro: l’esempio di tutto questo è Gesù!
Rileggete il brano dell’adultera (Giovanni 8)
Quando m i chiedono: “Ma come fai a rinunciare?”…siccome non lo so, sorrido e vado avanti!
Giulia
“Maria custodiva tutte queste cose serbandole nel suo cuore”
Custodire vuol dire governare, governare anche i propri pensieri. Castità nell’amicizia per me è  non presumere mai di sapere cosa pensa l’altro, non coltivare pensieri cattivi che normalmente arrivano, ma vanno arginati.
In ogni relazione è infatti fondamentale il desiderio di volerla vivere
Don Andrea: castità è la virtù che salva dall’egoismo e fa rimanere nella logica del dono. Sembra una mortificazione, ma in realtà indica una gioia più grande e più bella!

“Come può funzionare la relazione tra due persone nella quale una delle due non è credente?”
Alessandro: Chi non crede comunque si realizza in Gesù, anche se non lo sa! Non è una relazione meno bella perché Gesù c’è comunque, che uno ci creda o no.  Io ho delle belle amicizie anche con persone che non credono.
Don Andrea: Noi cristiani cattolici  non abbiamo la prerogativa delle buone relazioni. Una relazione positiva si riversa anche sulle altre…se la nostra relazione con Dio è positiva, si riversa nelle altre relazioni che ho anche se non parlo espressamente di Dio e di ciò in cui credo.
Manu: la mia ricchezza si riversa se io mi lascio illuminare dalla relazione con Gesù, si vede che questa esperienza ti dà Gioia!

Giulia: io sono diversa grazie alla relazione che ho con Dio e l’altro lo vede. Funziona così anche con altri valori. A volte chi  la pensa in modo diverso da te ti aiuta a riconfermare le scelte che hai fatto. 

mercoledì 1 febbraio 2017

INCONTRO CON DON CRISTIANO


INCONTRO CON DON CRISTIANO MAURI

QUAL È IL POSTO DELLA PREGHIERA DENTRO LA VITA DI UN CREDENTE?

La preghiera vissuta è una questione di trucchi del mestiere.

VANGELO DI MATTEO: discorso della montagna

Gesù girava per la Galilea ANNUNCIANDO, GUARENDO, SCACCIANDO i demoni; Gesù cominciava a suscitare invidie e gelosie. Gesù annunciava un altro volto di Dio, più misericordioso. Gesù annuncia un Dio per la vita, non per la morte. Gesù annunciava che Dio non condannava chi peccava, ma cercava di far avvertire la propria presenza, il proprio amore. Il Regno di Dio è una forza che fa vivere l’uomo, che ribalta certe logiche. La gente comincia a seguire Gesù, a credere al Regno di Dio.

A questa gente Gesù rivolge il discorso della montagna: qui ci sono contenuti tutti i comandamenti.

Voi siete il sale della terra, la luce del mondo…vengono date tutte le indicazioni di come ci si deve comportare. Gesù fa il ritratto del discepolo del Regno: tutto viene tradotto come comandamento perché i discepoli devono capire che bisogna impegnarsi.

Nel cuore del discorso Gesù mette il concetto più importante: anzi, c’è una preghiera…IL PADRE NOSTRO. Non c’è il precetto, ma la preghiera: perché viene messa al centro? Che significato ha mettere il Padre Nostro al centro?

La preghiera nel mondo biblico è avviata da Qualcun altro: la preghiera inizia con il silenzio perché Dio ti rivolge la Parola. Il primo atteggiamento è quello di ascoltare…. Spesso il nostro atteggiamento è il contrario: Signore ascolta.

La preghiera è innanzitutto una cosa che fa Dio, è una sua iniziativa; se non è così cadiamo nel ritualismo. La preghiera è innanzitutto lo scendere di Dio che ci chiede Facciamo qualcosa insieme? Seguimi!

Il primo passo è avere la consapevolezza che il primo passo lo fa Dio, che parla perché ama!

Il cuore della vita di un discepolo non è un’azione, ma una relazione!!! Ecco perché Gesù mette una preghiera al centro del discorso della montagna. Il cuore della vita di un cristiano non è ciò che si fa, ma è la RELAZIONE CON DIO!!! Le relazioni autentiche trasformano sempre! Al cuore della vita di un discepolo c’è una relazione trasformate. Se si cerca questa relazione, LA VITA CAMBIERÀ!

PADRE NOSTRO = RELAZIONE D’AMORE

La preghiera è “fare l’amore con Dio”: è una relazione totale con Dio che apre alla vita.

Qual è il posto della preghiera nella vita di un discepolo ? La preghiera è lo scheletro di un cristiano: se un cristiano non prega, è un cristiano INCONSISTENTE!!!

Chi cerca la relazione con Dio, prega; non è detto che chi prega cerchi la relazione con Dio. Se non c’è la ricerca della relazione con Dio, quello che facciamo non serve a niente!!!

Voi continuate a dire Signore, Signore, ma ho l’impressione che non cerchiate il Padre: il cuore vostro non era lì! (questo è quello che dice Gesù ai discepoli)

In sintesi:

·         La preghiera ha bisogno di un contesto, che è la vita; non esiste una preghiera campata per aria, la preghiera non è distaccarsi dal quotidiano ma esserci dentro in pieno: il quotidiano è l’humus della preghiera

·         La preghiera ha bisogno di un atteggiamento: l’ascolto!!! Questo è un esercizio che richiede impegno, volontà

·         La sostanza della preghiera: è una comunione d’amore con il Padre, è il sentirsi in sintonia con Gesù. La preghiera è anche volontà di costruire un legame, una relazione. La preghiera non può essere soltanto una questione di “sentire o non sentire Dio”. Non sento niente, allora sono lontano da Dio

·         La condizione della preghiera è  l’affidamento

·         L’esito della preghiera: la somiglianza con Gesù

·         Attenzione ai fake:

si prega per volere quello che Dio vuole, non per ottener quello che voglio io;

non si prega mi da soli, anche quando si è da soli (la preghiera deve essere affollata: devi tirar dentro quelli che amano, ma soprattutto quelli che non ami o che non ti amano);

si prega immersi nella vita e nel mondo; non si prega quando si ha voglia, ma sempre;

non si prega per provare qualcosa, ma per amare Qualcuno;

non si prega per ricaricare le batterie, ma per riconoscere da chi viene l’energia;

non si prega senza far fatica, ma nemmeno per far fatica;

non si prega per un rito, ma per esprimere affetto;

non si prega per formule, ma per formulare preghiere; non si prega per non essere puniti, ma perché si crede nella Misericordia;

non si prega per avere Pace interiore e serenità, ma per fare la Pace;

non si prega contro qualcuno, perché per Dio non esistono nemici;

non si prega per dire qualcosa, ma il più delle volte per tacere.

 

 

 

COME PREGARE DIO DENTRO LA MALATTIA E LA SOFFERENZA?

Chiedere a Dio che la malattia finisca, ma soprattutto che non finisca la fede nella vita vera; imparare a guardare la malattia come una possibilità per la vita, anche in caso di morte (morte=vita sigillata in modo perfetto: finiscono le sofferenze, inizia la vita vera, quella perfetta… ma per questo ci vuole la FEDE). Ma perché c’è il male nel mondo?

Sia fatta la tua volontà: insieme al dolore, provare a portare dentro la promessa di vita vera dopo la morte.

 

CERTE AZIONI DI CARITÀ SONO SEMPLICEMENTE ATTI DI AFFERMAZIONE DELLA PRORPIA “FORZA”…ma bisogna chiedersi: da dove nascono certi atti di carità? Cosa ci lasciano dentro i nostri gesti di carità?

 

COME FACCIO A SAPERE SE QUELLO CHE ASCOLTO ELLA PREGHIERA È LA MIA COSCIENZA O È DIO? Devo cominciare  a mettermi alla presenza di Dio: se vivo la preghiera come uno stare alla presenza di Dio, ne esco ripagato. Non bisogna avere la pretesa di uscire dalla preghiera con risultati concreti ed immediati. La preghiera genera movimenti, non emozioni. A volte nella preghiera viene in mente qualcosa d’improvviso: perché quel pensiero? Perché quella persona?

La voce del Signore non è una voce interiore, ma è intrecciata con i nostri desideri buoni, con i nostri progetti positivi (costituire una famiglia, fare il medico…). Dio ci parla nella vita che viviamo!!!!

venerdì 27 gennaio 2017

INCONTRO CON CRISTINA E GIACOMO 25.01.2017

SINTESI INCONTRO GIACOMO E CRISTINA
mercoledì 25 gennaio 2017

Che differenza c'è tra la preghiera e le preghiere?
La preghiera è il rapporto personale con Dio che è fatta anche di preghiere
Le preghiere sono le "formule" che ci hanno insegnato
Si può diventare "pesona preghiera" nel senso che il mio modo di fare, ciò che faccio, può essere preghiera perché fatto con un certo stile.

Tutto parte dal desiderio di cercare il Signore, perché se non ho questo desiderio non "spreco" tempo, non "rubo" tempo ad altro per pregare.

Si cresce nella preghiera grazie a stimoli diversi, anche attraverso ciò che mi dicono e mi propongono gli amici. E crescendo nella preghiera la si mette al primo posto: se sono cristiano è perché mi interessa parlare con Dio, la relazione con Lui.

L'accompagnamento personale nel mio quotidiano può davvero essere un grande aiuto perché vengo aiutato a mettere davanti a Dio le mie scelte e i miei dubbi. Dio piano piano mi guida alle scelte giuste. Ciò non significa che non farò fatica nel portare avanti queste scelte, ma vuol dire che poi, guardando indietro, avrò la consapevolezza che quella scelta mi ha fatto guadagnare 100 volte tanto!
L'accompagnamento è fondamentale perché la differenza nella vita la fanno le persone che abbiamo accanto e, allo stesso modo, noi facciamo la differenza per gli altri. La scelta è tra la solitudine e la condivisione, sia delle gioie che delle difficoltà.

Perché pregare? Esistono diversi tipi di preghiere.
Il cristiano può pregare in qualsiasi momento e per il tempo che vuole. Serve poi sicuramente un tempo e uno spazio dedicato e curato . Per entrare in questo tempo e luogo dedicato serve un tempo di preparazione durante il quale "decomprimo" i pensieri e le emozioni.
La preghiera serve a me, non a Dio, perché sono io che nella preghiera mi apro in modo trasparente e ne ricavo il beneficio della consapevolezza della realtà che vivo.

Un aiuto e pregare può essere decidere quanto tempo dedicare alla preghiera e dove e poi, una volta deciso, essere fedeli a noi stessi ---> piano piano imparo a conoscermi e a pormi di conseguenza nei confronti della preghiera.

Un altro aiuto è la direzione spirituale che mai è giudizio, ma aiuto anche a trovare il mio modo di pregare.

La preghiera può partire dal chiedere semplicemente a Dio, Papà, di darmi quel pochino di cui ho bisogno per vivere: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". Il passaggio è dal DEVO pregare al VOGLIO pregare: ci sarà pur qualcosa per cui dire grazie a Gesù o qualcosa per cui chiedere un aiuto (preghiera di lode e di intercessione)

Il desiderio di ognuno dovrebbe essere quello di diventare santo!

Pregare è uscire da me, perché se mi baso solo su me stesso sono una delusione...sia quando faccio bene (perché poi mi è difficile "mantenere il livello" e a maggior ragione quando faccio male)
Condividere con gli amici le esperienze di fede approfondisce il livello della relazione.

"E' quando c'è Gesù al centro di una relazione che questa relazione diventa vera"

giovedì 19 gennaio 2017

Girasole

Girasole della preghiera passiva,che non fa nulla se non esporsi alla luce ,bere il blu del cielo, e l'oro del sole e lasciarsi amare
Credo che la preghiera,che é relazione d'Amore,parta da lì: dal lasciarsi guardare e amare.